Cari sostenitori, la scadenza si avvicina e serve l' "aiutino" di tutti per raggiungere la somma necessaria a coprire le spese di pubblicazione.
Pubblichiamo la descrizione di un percorso contenuto nella guida, si tratta di un giro molto bello e "avventuroso" nel centro dell'Istria.....con la traccia GPS che trovate nel libro lo si può percorrere dall'inizio alla fine senza sbagliare di un solo metro!!!

1. La Valle degli Orchi, tra fantasia e realtà
In questo percorso sembrerà proprio di trovarsi nel mondo immaginario descritto nei racconti di J.R.R. Tolkien nel “Il Signore degli Anelli” e precisamente nelle Terre di Mezzo, infestate dai terribili orchi Uruk-hai di Saruman che, a differenza delle altre razze, non temono la luce del sole. Quindi, se durante il percorso, vi sentirete osservati o udirete dei rumori provenire dai fitti boschi che state attraversando, fate attenzione, potrebbe essere il malvagio orco Lurtz, a capo del suo gruppo di simili a cavallo di lupi mannari, a scambiarvi per uno della Compagnia dell’Anello a protezione di Frodo e del suo fardello.
Continuando a giocare con la fantasia, ci si troverà a pedalare sulle ripide montagne Nebbiose verso nord fino alla base delle montagne Grigie, che segnano l’estremo confine delle Terre di Mezzo prima dell’immenso Deserto Settentrionale; si attraverseranno antiche città poste sulle colline e circondate da possenti mura per difendersi dagli eserciti nemici e dagli innumerevoli pericoli che infestano queste lande; ad un certo punto si comincerà a salire sulla Montagna Solitaria, verso Erebor, dimora e fortezza dei Nani. Sul percorso si troveranno delle enormi sculture in pietra estratte dalle viscere della terra da questo popolo amante delle pietre e delle gemme ed in grado di scolpire nella pietra un antico linguaggio di cui si è perso il ricordo nell’oblio del tempo. Dopo aver visitato la rocca dei Nani si girerà a sud verso la valle e la profonda gola scavata dal fiume Anduin fino alle cascate di Rauros e oltre, attraversando numerosi guadi sul grande fiume e costeggiando i boschi delle Terre Selvagge.

Il punto di partenza di questo fantastico percorso è Buzet (Pinguente) in Croazia. Da Trieste sono circa 37 chilometri passando dal confine italiano di Rabuiese. Entrati in Slovenia ci si dirige verso l’interno dell’Istria e, precisamente, verso il confine sloveno di Sočerga. Una volta varcato il confine si prosegue seguendo la strada principale fino ad arrivare a Buzet, il cui vecchio borgo si arrampica sulla cima della collina; si prosegue sulla strada principale e dopo aver lasciato sulla destra un campo sportivo, si arriva a una rotonda dove si prende la prima strada a destra per andare a lasciare l’auto nel parcheggio dell’adiacente stazione degli autobus.

Buzet fu anticamente sede di un castelliere fondato da popolazioni celtiche poi conquistato dai romani. In seguito, dopo varie dominazioni, divenne di strategica importanza sotto il dominio veneziano, che costruì porte, cinta murarie, pozzi e chiese. La quiete e l’atmosfera antica rendono il luogo davvero suggestivo ed è un vero piacere camminare nel pittoresco dedalo di viuzze e piazzette tra antichi palazzi ed edifici. Una volta raggiunta la sua sommità, si gode di un panorama bellissimo sulla valle attraversata dal fiume Mirna (Quieto) e sull’altipiano della Ciceria, che chiude la valle a nord-est. Buzet, oltre ad essere ricca di storia, è famosa per un altro tesoro nascosto: il tartufo bianco e nero istriano e per questo è soprannominata la “Città del Tartufo”. Questi tuberi crescono sottoterra nei boschi attorno e vengono ricercati con l’aiuto di cani specialmente addestrati. Qui si trova in particolare il tartufo bianco, molto raro nel mondo e il periodo della ricerca è inizio autunno, mentre il tartufo nero viene raccolto sia in inverno che in estate. Nei dintorni ci sono vari ristoranti dove assaggiare queste vere prelibatezze del palato. Ogni anno, nel secondo weekend di settembre, prossimo alla festa della Natività della Vergine, si festeggia “La giornata di Pinguente”, tradizionalmente chiamata Subotina, e nella piazza Fontana viene preparata una frittata gigante ai tartufi (con più di 2.000 uova e 10 chilogrammi di tartufi) in una pentola che pesa più di una tonnellata e con un diametro di 2,5 metri.

Montati in sella si comincia a pedalare lungo la strada principale per un brevissimo tratto fino ad imboccare la prima strada che scende a destra, per dirigersi verso il sottopasso e l’inizio dello sterrato dove comincia una ripida salita di circa 4 chilometri per 200 metri di dislivello.

Una volta arrivati in cima si segue la traccia fino ad arrivare sulla strada asfaltata che porta a Lupoglav e si prosegue in discesa, in direzione sud-ovest per circa 900 metri, fino a notare un sentiero sulla sinistra che sale sulla montagna. Si rimane sempre sulla traccia fino a raggiungere l’abitato di Cunj da dove parte un bellissimo single track in discesa che si trasformerà poi in un bello sterrato molto largo in leggera salita. Ora ci aspettano dei saliscendi misti a sterrati e single track fino a raggiungere l’abitato di Brnobici. Da qui, seguendo la strada asfaltata secondaria si raggiunge il Viale dei Glagoliti e si continua in salita verso lo spettacolare paese medievale di Hum.

Secondo il Guinness dei primati, Hum è la più piccola città al mondo, lunga 100 metri e larga 30. Il borgo risale al IX secolo, periodo in cui l’Istria apparteneva al regno Franco; il conte Ulrico I fece costruire sui resti di un’antica fortezza il castello di Hum ed accanto ad esso si sviluppò un agglomerato di case. L’aspetto di questa piccola città medievale non è cambiato da allora. E’ ancora circondata dalle antiche mura che un tempo la difendevano ed il suo unico accesso passa attraverso un portone bronzeo dotato di battenti. All’interno si può passeggiare lungo i suoi unici due vicoli lungo i quali si possono ammirare le poche abitazioni e le uniche due chiese romaniche, quella di San Gerolamo e quella di San Giacomo, con la torre campanaria. Inoltre si trovano dei meravigliosi affreschi risalenti al XI secolo, periodo in cui la città apparteneva al patriarcato di Aquileia, che molto probabilmente commissionò i lavori ad un artista purtroppo sconosciuto. Originaria di Hum è una particolare grappa, la “Biska”, prodotta con foglie di vischio e altre erbe medicinali.
La strada verso Hum è costeggiata da alcuni monumenti in pietra facenti parte del Viale dei Glagoliti. Queste sculture sono disposte ai bordi della strada statale lunga 7 chilometri che unisce la cittadina di Roč a Hum e celebrano la cultura dell’alfabeto glagolitico. Sono in tutto 11 monumenti: il primo, vicino a Roč è la colonna dell’Associazione Ciacava a forma di “esse” glagolitica, simbolo della prima lettera dell'alfabeto slavo e degli inizi della sua scrittura. A seguire, da entrambi i lati del viale, si susseguono il resto dei monumenti: Tavolo di Cirillo e Metodio, cattedrale di Clemente d'Ocrida, Belvedere di Gregorio di Nona, Lapidi glagolitiche, Valico di Lucidar Croato, Salita della confinazione istriana, Muro dei protestanti e degli eretici croati, Luogo di riposo del diacono Jurij, Monumento commemorativo della resistenza e della libertà e, per finire, la Porta di Colmo.
Il glagolitico (dallo slavo antico “glagoljati”: parlare) è il più antico alfabeto slavo conosciuto. Venne creato dai missionari bizantini Cirillo, insieme a suo fratello Metodio, intorno alla metà del IX secolo per tradurre la Bibbia e altri testi sacri in antico slavo ecclesiastico, mentre la sua diffusione in Istria va datata nel XI e XII secolo.

Dal cimitero di Hum si prende la carrareccia in discesa che risulta essere abbastanza tecnica a causa delle grosse pietre presenti. Si raggiunge quindi l’abitato semi deserto di Bencici dove sulla nostra sinistra scorre il fiume Mirna; a questo punto ci aspettano alcuni guadi che secondo la stagione potranno anche essere profondi. Dopo una serie di guadi si arriva alla bellissima e caratteristica cittadina di Kotli, antico borgo composto da solo una quindicina di case e un vecchio mulino ad acqua con due ruote, attraverso il quale scorre il fiume, creando delle belle cascate e forme in pietra che danno vita ad una serie di interessanti e curiose piscine.

Per il momento si abbandona il fiume correndo al suo fianco su quella che forse in un lontano passato doveva essere una strada percorsa da carri e cavalli. Tra la vegetazione di tanto in tanto si intravvede il letto del fiume e al Km 24,5 circa si trova un cartello con la scritta “SLAP” che indica una cascata. Si arriva davanti a un laghetto formato da una cascata di una decina di metri scarsi, il luogo è molto suggestivo e di particolare bellezza naturale. Ripercorrendo il sentiero che ci ha portato qui si prosegue il percorso attraversando altri guadi, l’ultimo dei quali si riconosce dal fatto che dovremo affrontare una breve salita su sterrato a fondo ghiaioso, percorso a volte anche da autovetture. Superata la salita, lunga un centinaio di metri, si scende nuovamente al fiume, ma questa volta si attraversa un ponte per uscire dalla gola e immettersi su un bello e comodo sterrato che, costeggiando il fiume, ci riporta al punto di partenza.

Libro di percorsi per mountain bike con tracce GPS

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